giovedì 17 dicembre 2009

Il mondo intimo delle opere di Margherita Martinelli




acrilico e tecnica mista su tela, 30 x 30 cm

tecnica mista su carta, 24 x 34 cm

dittico su tela, acrilico e tecnica mista, 30 x 30 cm a pezzo

tecnica mista su tela, 30 x 30 cm




tecnica mista su carta, 25 x 35 cm circa

acrilico su tela, 30 x 30 cm

acrilico su tela 30 x 30 cm

acrilico su tela, 80 x 100 cm

tecnica mista su tela, 100 x 120 cm


L'atelier dell'artista a Crema.



Abit:ami

Percorso concentrico di Margherita Martinelli

Il titolo che l’artista ha dato alla mostra ne è anche la chiave di lettura. Con qualche controindicazione che l’osservatore più paziente avrà modo di sperimentare durante il “viaggio” visivo che il concept della mostra nasconde in seno alla Sua messa in opera. Abitare. Abito. Ecco i due apparenti tasselli su cui Margherita sembra indirizzare l’osservatore. Il richiamo al confortevole, al calore che queste due parole portano in sé dovrebbero risaltar nell’osservatore.
L’abitare implica l’idea atavica del calore e della protezione ma in queste tele di
Margherita, le geografie delle figurazioni sono angoli mentali, ambienti sfumati,
non definiti perché indefinibili. Non accennati perché non esistono a livello di coscienza. I lavori giocati su ampie tele dimostrano la ricerca di un’identità.
I due pannelli centrali della mostra che sono molto scuri al centro impostati come improbabili scalinate,non lasciano entrare l’osservatore nel cuore vivo e ferente di questa casa in trasformazione, come è in trasformazione l’idea di
Cellula della società. La forma si disgrega come gli abiti. Rivoli di colore e collage lasciano l’osservatore in solitudine a cercare mentalmente nei suoi propri punti di riferimento. L’abit:ami è lasciato alle tele con gli abitini in serie
E alle casette accurate nella sua forma infantile su una scacchiera di colori pastosi e scuri. Si leggono nominalmente, un abitare elencativo insieme agli abiti, in una visione retinale e sbrigativa che Margherita svia con le interferenze dei numeri, del colore che scende a rivoli come una muta calligrafia che nei gesti di Margherita è il più significativo. Di tutto il suo elencare di elementi. Il colore che scivola libero sulla tela e “crea” di-segni. Racchiude i veri sentimenti di Margherita che poi gioca coi numeri,coi cerchi e i messaggi corsivi lasciati sui collage che spuntano qua e là,gioco,elaborazione ferita, ferente di un suo vissuto quotidiano. Margherita in questa mostra ci ha lasciato una nuova dimensione di sé e della sua pittura. Un passaggio verso una sintesi maggiore che si muove come una spirale su piani superiori. Accantonati soggetti predefiniti,irrigiditi attorno a quinte grafiche basate su contrasti di campiture di colore, si muove verso un nuovo sé,non ci invita ancora dentro il quadro ma dona squarci di quello che potremmo intuire dentro di noi. Lo spazio della composizione non è ancora sfruttato in modo strutturale e sintetico. In alcune tele,si appropria della libertà dello spazio come l’inizio di un lungo percorso di vita. Fluttua col colore e coi suoi “ angoli di memoria” inseriti senza una composizione, che non sia lo sviluppo del colore nello spazio. Anche l’osservatore si muove sulla tela seguendo i passi che Margherita muove lasciandosi sedurre dal suo mondo interiore.



Parlandole mi accennò in più di un caso che una parte di queste opere sono legate al tema del sonno. Non inteso in senso onirico ma come sonno notturno. Da qui prendono spunto le tele con gli abiti leggeri, evocati da pennellate lunghe e sporche che lasciano intravedere il nulla del fondo della tela. Il silenzio della tela e dell’anima. Solo il nitore sembra sempre sfuggire alla visione dell’osservatore distratto dalla precarietà e invasività delle colature di pigmenti resi ancora più morbidi dalla mistura con il latte, punti bruciati con la cera, sporcati. L’usura che porta il tempo e come definiva Keats :

Vanessa Cimiero





“…. salvami dall’alerte coscienza
che più insignorisce il suo vigore
causa l’oscurità, scavando come
una talpa. Volgi abile la chiave
nella toppa oliata e dà il sigillo
allo scrigno, che tace, del mio cuore”

“Al Sonno”

John Keats

mercoledì 16 dicembre 2009

LE OPERE DI EMILIO GUALANDRIS




L'artista bergamasco è versatile nella scelta dei soggetti e dei materiali, passa dal figurativo più acribico e dalla pennellata finissima all'astratto più materico .Qui di seguito una serie di lavori recenti, fino alla personale che è un omaggio alla pittura estetizzante e Bergamo in una versione molto insolita.
acrilico e bitume su tela.
acrilico e bitume su carta, 30 x 40 cm.

acrilico, bitume, collage e grafite su carta, 30 x 40 cm


composizione di tavole da 30 x 30 cm, tecnica mista.


dettaglio di una delle tavole della composizione.




altro dettaglio (bitume, foglia, argento e foglia oro)


bitume, foglia oro,acrilico e grafite su cartoncino, 35 x 100 cm su cartoncino



acrilico, collage, 40 x 50 cm circa, su cartoncino


foglia oro, bitume, acrilico, grafite e collage, 70 x 100 cm su cartoncino


tecnica mista, 35 x 100 cm su cartoncino



acrilico, foglia oro, collage, 70 x 100 su cartoncino

acrilico e grafite 30 x 30 cm su cartoncino



bitume, collage, acrilico,foglia oro 30 x 30 su cartoncino


acrilico e foglia ora con collage, 35 x 100 su carta


idem



acrilico e foglia oro di diversi tipi su cartoncino, 40 x 50 cm.


acrilico su tela




foglia oro e acrilico su tavola, 100 x 100 cm


L'artista Emilio Gualandris durante l'inaugurazione della mostra nella sede di Bergamo, via tasso 107 della galleria d'arte Wunderkammer. Il video della mostra è visibile su youtube.com col titolo :mostra personale di Emilio Gualandris, "Omaggio a Des Esseintes ". Il titolo della mostra si rifà al personaggio principale del romanzo di Huysmans "A Ritroso" nel tentativo di creare un 'intertestualizzazione tra pittura e letteratura.
le opere su cartoncino delle varie città si possono riprodurre in vari formati e anche su tela.
per informazioni e richieste : info@wunderkammer-arte.com oppure caravaggio600@yahoo.it.